Dal castello al "Palazzo"
     
 

 

 

Archivio di Stato di Firenze. Scrittoio delle Regie Possessioni, 3541, ins. n.1. "Carta Topografica della Tenuta dell'Alberese". Allegata alla "Relazione dei beni della Maremma ...fatta l'anno 1607 da Francesco Giraldi". Particolare del "Palazzo dell'Alberese".

«Su di una collina che si protende verso la riva sinistra del fiume Ombrone poco lungi dalla via Aurelia, nel declivo orientale del gruppo costiero dell'Uccellina sorgeva un castello che poi divenne sede della Prioria dell' Alberese, ed oggi, dopo varie trasformazioni ridotto ad agenzia della tenuta omonima. Fino dal secolo XV in quel luogo fu edificato in aiuto al presidio dell'antico fortilizio, già monastero AIborense, un palazzotto dall' illustre cavaliere e priore fra Beuccio di Ser Cristofano Capacci nobile senese. Un po' più tardi, cioè nel secolo XVI quando le piraterie saracene inquietavano senza tregua i nostri mari, i cavalieri abbandonato il forte colla chiesa sul monte, stabilirono di fortificarsi in basso nel palazzotto priorale, e veniva inalzata con i criteti dell'arte militare una sicura e così ben guernita fortezza, ossia castello nuovo dell' Alberese. Infatti è dato di osservare anc'oggi l'andamento delle muraglie esterne a forma di sprone con caratteri propri delle costruzioni importate fra noi dopo le disastrose guerre fra Spagna e Francia. Sappiamo che nel 1568 una nuova incursione di pirati turchi tentò di dare il saccheggio a
questo castello, ma per il pronto accorrere delle milizie grossetane fu scongiuralo tale flagello, tantoché il Granduca Cosimo I gratificò i grossetani per tale prova di valore. Nei primi anni del secolo XVII si smantellò Il castello nuovo dell' Alberese e fu ridotto a fattoria da un priore di casa Medici (D'ambo i lati della porta d'ingresso della fattoria odierna esistono due stemmi medicei ognuno con questa iscrizione "D. Antonio Medici Commendatore Hierosolimitano. Anno MDCVIII"). Risale alla seconda metà del secolo XVI la edificazione della chiesa tutt'oggi officiata, dedicata al patrono dei gerosolimitani, S.Giovanni Battista, mentre la tenuta ossia prioria dell' Alberese s'intitolava di San Rabano dall'antico romitorio ivi esistente» (A.CAPPELLI '10, p.57).

 

Lo stemma dei Capacci, appartenente alla costruzione realizzata nel secolo XV. Sotto lo stemma è scritto: «Insigna Capaciorum hic statutum iussu spectatissimi viri domini Beucii Capacii equitis ac fratris sancti Iohannis Ierosolimitani MCCCCLXXIIII».
Nell'ottobre del 1472 Beuccio Capacci, già membro del Concistoro del comune di Siena per il terzo di Camollia, chiese al granduca Lorenzo de' Medici, con il quale era in buone relazioni, di intercedere presso papa Sisto V per ottenere una commendatizia. Il pontefice accolse la richiesta e Beuccio, ricevuto il titolo di cavaliere gerosolimitano, resse la commenda di Alberese per almeno un decennio.
Capacci, come dimostra l'epigrafe posta sulla facciata, fece edificare il palazzo nel 1474 e vi trasferì la sede della prioria il 22 marzo del 1482. La gestione del Capacci fu indubbiamente assai positiva, ed il castello da lui realizzato divenne un prezioso deposito di grano, tanto che Giovanni Severino, podestà e commissario di Monte Scalario (Montepescali) scriveva ai signori di Balia: «Habisi cura del palazzo di misser Benuccio al Balberese (sic!), che è forte di sito et di robba, che v'è tanto grano che quando si perdesse guai a noi» (Archivio di Stato di Siena. Balia, Lettere, vol. 478, n° 88).