I ritrovamenti archeologici
 
Le prime attestazioni della presenza umana nel territorio di Alberese sono assai remote: nella grotta La Fabbrica, in località Caprarecce sono stati effettuati ritrovamenti litici e resti di pasto risalenti addirittura al Paleolitico medio e superiore ( e dunque relativi ad un periodo che va da 100mila a 10mila anni a.C.), ed il quella dello Scoglietto sono state riconosciute «presenze protovillanoviane» (cfr.M.G.CELUZZA, Quando la Maremma non era "amara". Dalle origini della civiltà etrusca alla fine dell'impero romano, in AA.VV. '89, p.21).
 

Archivio di Stato di Firenze. Piante delle Regie Possessioni 606. "Pianta della Tenuta dell'Alberese". Di Ansano Ruini. Anno 1719. Nel particolare della "Pianta" è rilevato il passaggio dell'Ombrone realizzato col Ponte del Diavolo, sul tracciato della via romana che la fotografia aerea ancora rende visibile, e che le mappe del Catasto Leopoldino riportano con esattezza per essere ancora evidenti, nel 1822, le «Vestìge della via Emilia» e le «Rovine del Ponte del Diavolo» (Archivio di Stato di Grosseto, Comunità di Grosseto, Sez.M, F.8).


Le grotte nel territorio di Alberese.
«Sul versante occidentale dei monti dell'Uccellina in località Caprarecce particolare importanza riveste la grotta La Fabbrica. La caverna si apre a circa 7 metri sopra il livello della pianura ed è formata da due camere principali, da cui si dipartono varie diramazioni...Le ricerche svolte nella grotta hanno posto in evidenza alla base del deposito quattro livelli con industria del Musteriano tipico e con resti di pasto costituiti da ossa di numerosi mammiferi...» (C.TOZZI-R.GRIFONI CREMONESI, La preistoria, in AA.VV. '89, p.11). Nella stessa grotta, al di sopra del musteriano, è uno strato in cui sono presenti testimonianze del Paleolitico superiore, mentre la grotta dello Scoglietto si è rivelata, negli scavi condotti fra il 1947 ed il 1950, come "grotta ossario":«Nella grotta fu identificato un livello con ceramiche e ossa, spezzate e combuste, gettate alla rinfusa. Nelle ceramiche è distinguibile un substrato eneolitico caratterizzato da vasi decorati a cordoni, ma con anse ad ascia, elementi di tradizione rinaldoniana e ceramiche decorate a spazzola. Tra i resti ossei è da ricordare la presenza di crani con trapanazioni» (Ivi, p.16).

 
Nell'area dell'Alberese non sono stati effettuati ritrovamenti che vi attestino insediamenti umani in età etrusca, mentre per essa «si può ricostruire, anche in assenza di ricerche sistematiche, un paesaggio intensamente abitato in età romana. Lungo la via Aurelia una villa ricca ed estesa sorgeva in località Piscina Statua. Da questa villa, dalla statio di Hasta o da un altro insediamento romano sconosciuto provengono i marmi e i laterizi reimpiegati nella pavimentazione della fase romanica dell'Abbazia di San Rabano.    Un cimitero romano riferibile probabilmente al II
sec. d.C. è stato individuato nella grotta dello Scoglietto. In località Spolverino invece sono ancora visibili dal fiume i resti di un ponte della via Aurelia sull'Ombrone…» (M.G.CELUZZA, Quando cit., p.30). Da un lavoro inedito di Claudio Curri ed Italo Masini (La via Aurelia nella Maremma Toscana da Cosa a Populonia, 1975) si apprende del rinvenimento da parte loro, presso il podere Montesano, di «numerosi frammenti erratici di edifici romani, tra i quali un capitello a foglie d'acanto, una base di colonna e vari frammenti di lesene, di lacunari e di capitelli» (M.INNOCENTI '98, p.12, che a nota n.12 riferisce che imponenti mura in opus caementicium, oggi purtroppo rase al suolo, si ergevano su di una collina posta fra Vacchereccia e Spergolaia). Le testimonianze archeologiche attestano, dunque, che l'esistenza della via consolare, col ponte con cui questa attraversa l'Ombrone, non solo favorisce il popolamento del territorio, ma anche ne consente la sopravvivenza, seppur limitata, anche in età tardo-imperiale, particolarmente attorno alla statio di Hasta.