Il complesso monastico
 
Il complesso monastico, addossato al lato sud della chiesa di S.Maria, costruito secondo i tipici canoni benedettini, è costituito dagli edifici adibiti alla vita comune dei monaci. Nonostante i danneggiamenti subiti nel corso dei secoli, ed in particolare le distruzioni operate dai senesi nel 1438, sono però ancora visibili notevoli resti delle mura perimetrali dell'abbazia, del recinto rettangolare fortificato e di alcune stanze con volte a botte, costruite in pietra, annesse alla chiesa.
La campagna di scavi effettuata di recente ha fornito una serie interessantissima di scoperte, tali da consentire una conoscenza assai più approfondita riguardo al monastero ed alla vita che vi conducevano i monaci. Evidenti sono i segni degli interventi di fortificazione avvenuti attorno al 1321 ad opera della famiglia grossetana degli Abati, in particolare con la costruzione della torre all'angolo meridionale della cinta muraria.
 

 

 

 

 

 

Da G.POGGESI, L'intervento di scavo, in N.MAIOLI (a cura di), Abbazia di Santa Maria in Monte Alborense, Siena 2000
Pianta schematica dell'insediamento monastico:

I. Ingresso;
2. Andito;
3. Cellario (?) con due porte di accesso: una stretta per sole persone ed una larga per animali da soma;
4. Ambiente di passaggio verso la zona esterna, destinata probabilmente a lavori agricoli i artigianali, con due porte di accesso dall'andito ed una largii porta rifinita ad arco comunicante con l'esterno;
5. Porta "ad arco";
6. Vaschetta -"frantoio" (?) distante ca 30 m dal monastero;
7. Accesso al chiostro;
8. Parte centrale del chiostro;
9. Grande sala - refettorio(?);
10. Cucina (?)
II. Passaggio dal chiostro verso la chiesa;
12. Sala capitolare (?) e -sopra- dormitorio (?)
13. Resti d condutture dell'acquedotto;
14. Canalone di deflusso delle acque scure.
 

G.POGGESI, L'intervento cit.: «Il posto scelto per la costruzione del monastero doveva assicurare al futuro insediamento condizioni di essenziale autonomia economica, con presenza di acqua e spazio per orti, allevamento di animali domestici, lavori artigianali. Nella scelta del luogo è stata senz'altro presa anche in considerazione la vicinanza del mare, una delle fonti di approvvigionamento ed una importante via di comunicazione. Era d'altra parte cura dei costruttori programmare lo sfruttamento delle risorse naturali disponibili in modo ottimale. I recenti scavi, curati dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per la Toscana, hanno mostrato, infatti, che per la realizzazione dell'impianto idrico del monastero è stata utilizzata la naturale pendenza del terreno: un condotto in tubatura di cotto portava l'acqua, probabilmente sorgiva, dall'esterno del complesso fino all'interno del chiostro. I lavori di scavo, preliminari all'intervento di restauro, hanno portato alla luce tutto l'impianto primitivo del monastero ed hanno permesso di individuare le varie fasi della vita del complesso. Purtroppo pochissimi sono i reperti mobili riferibili alla prima fase dell'insediamento, in quanto i successivi lavori edili hanno distrutto -come di consueto- i livelli di vita riferibili al periodo iniziale. La stragrande maggioranza del materiale rinvenuto si riferisce al secolo XIV. A questa seconda fase della vita del complesso appartengono anche alcune interessanti strutture scoperte durante lo scavo, come le fosse-silos per la conservazione di derrate o i due forni da pane, dei quali il più antico risulta utilizzato nella seconda metà del XIV secolo. Due oggetti trovati durante gli scavi 'parlano' in particolare dei collegamenti del monastero con terre lontane. Il primo, un bacino frammentario in lustro metallico, ci rimanda al mondo arabo; l'altro, una insegna di pellegrinaggio con l'immagine di S. Nicola di Bari, ci immerge nel fascino del mondo dei viandanti medievali. Le insegne a forma di piccole placchette in stagno o in piombo, fornite di occhielli sugli angoli per poter essere fissate sul cappello o sulla bisaccia, venivano portate dai pellegrini come testimonianza del viaggio compiuto. La nostra insegna, di dimensioni 4x3 cm (senza occhielli) è realizzata in piombo e può essere datata al secolo XIII».